Ben presto sarai in grado di sederti in silenzio, senza far nulla, e la mente sarà totalmente silenziosa. In quei momenti conoscerai l’eternità della vita, conoscerai la bellezza di questa fragile esistenza che ti circonda, e anche il grande tesoro del tuo stesso essere. Conoscendo queste cose, l’infelicità diventa impossibile. Non hai alcuna lamentela, alcun rancore. Nutri solo una profonda gratitudine verso l’esistenza. E se ami l’esistenza, non ci sono problemi: l’amerai di più. L’amore sarà così totale che la tua mente si fermerà completamente, non troverai più il problema che stai sollevando ora, cioè che non riesci ad amare gli esseri umani. Non si tratta di amare gli esseri umani o gli animali o gli uccelli o gli alberi. Si tratta di essere in amore – anche seduto nella tua camera –, essere gioioso, vivere sempre con un canto interiore. Tutto è nelle tue mani, non continuare solo a fare domande.
[…]
solo il tuo sforzo riuscirà a trasformarti in modo che tutti i problemi, tutti i malesseri evaporino semplicemente. L’uomo è vivo solo se è completamente sano psicologicamente, il corpo si ammala di tanto in tanto, perché deve invecchiare, e deve anche morire. Il peso del corpo è grande, ma tu non ti ammalerai poiché la consapevolezza non può ammalarsi, la consapevolezza non può invecchiare, la consapevolezza non può morire. Se durante la vita sei stato meditativo, al momento della morte rimarrai consapevole.
[…]
 in questo caso la tua vita sarà stata un successo. Secondo me, questo è il solo successo che merita d’essere definito tale.

(Osho)


La pratica spirituale […] scopre il cuore radioso e pieno di gioia che è in ciascuno di noi e mostra questa luminosità al mondo.

(Sharon Salzberg)

 

 


Ho copiato e leggermente ritoccato, i seguenti brani da:
Il libro della gioia” (254-259); Dalai Lama, Desmond Tutu, Douglas Abrams: 2016, Garzanti MI
Quando lo affrontiamo a viso aperto, ciò che temiamo perde la capacità di spaventarci. Non dobbiamo più combatterlo, ma possiamo invece metterlo al nostro servizio.

Rabbia: puoi domandarti a che cosa serve.
Quasi sempre, dietro la rabbia c’è qualche delusione o qualche aspettativa frustrata. Domandati:
«Qual era la mia aspettativa? Posso abbandonarla e accettare le persone così come sono, anziché come penso che dovrebbero essere?
Posso riconoscere la parte che ho avuto nel conflitto?
Posso vedere obiettivamente quello che ho fatto per creare la situazione che mi irrita?
Se sono arrabbiato per ciò che è stato detto, posso rendermi conto che quelle parole non esistono più e che, come tutte le cose, sono impermanenti?
La mia rabbia andrà a beneficio di qualcuno, incluso me stesso?».
Potresti anche riflettere su come la rabbia, se non viene tenuta a freno, possa condurre ad azioni distruttive – dagli insulti alla violenza – di cui poi ci si pente. Rifletti sul fatto che la rabbia può distruggere le relazioni, alienarti le simpatie e portarti via la pace interiore.

Tristezza: puoi cercare conforto o contare le cose buone di cui godi.
La tristezza è un’emozione che esprime il bisogno di assistenza reciproca; i nostri dispiaceri si dimezzano quando vengono condivisi.
Benché tenda a durare più a lungo di altre emozioni, inoltre, anche la tristezza passerà.
La vita, con annessi gioie e dolori, è impermanente e finirà.
Ci saranno sempre alti e bassi, in qualunque vita, in qualunque anno e in qualunque giorno. Dunque, il nostro umore dipende in gran parte da ciò su cui ci concentriamo. Possiamo decidere di concentrarci su ciò che andrà bene per noi e per i nostri cari
Fissando la nostra attenzione sulle cose per cui essere grati, possiamo ridurre sensibilmente il tempo che trascorriamo in preda alla tristezza e tornare con rapidità alla gioia.”