Alimentazione (o dieta) chetogenica

Dieta chetogenica

Quando nel nostro organismo la fonte energetica principale sono i grassi, la loro scissione produce dei composti acidi chiamati chetoni o corpi chetonici. Da qui il nome di  “Dieta Chetogenica” che si realizza ottenendo l’87-90 % del fabbisogno energetico giornaliero dai grassi e meno del 5% dagli zuccheri (da 20 a 50g di carboidrati al giorno inducono chetoacidosi).

Già Ippocrate aveva osservato come il digiuno, grande produttore di corpi chetonici, potesse avere effetti di contenimento nelle convulsioni. Dal 1921 si sa che una alimentazione che preveda la drastica riduzione di zuccheri (come nel digiuno) anche se compensata energeticamente da alimenti grassi ed equilibrata nelle proteine, crea condizioni simili al digiuno per la presenza di chetoni e quindi sia utile nelle crisi epilettiche farmaco resistenti. Credo non sia ancora del tutto noto come la presenza di questi corpi chetonici esplichi un tale effetto è certo però che sono proprio queste molecole a fare la differenza.

Nell’obesità l’induzione della chetogenesi viene descritta favorevolmente perchè:
•è rapida l’attivazione del calo di peso;
•si ottiene riduzione dell’appetito anche con moderata chetosi;
•si ottiene un miglior mantenimento del trofismo e della massa muscolare; (1)
•migliorano i marker metabolici e infiammatori con riduzione del rischio cardiovascolare (2)

Proprio per la rapidità con cui si ottiene calo ponderale è molto diffuso praticare la riduzione alimentare di zuccheri in diete ipocaloriche e isocaloriche compensate con l’aumento delle proteine oltre che dei grassi.
Anche in questo caso si generano molti corpi chetonici per essere utilizzati a fini energetici, mancando adeguate quantità di zuccheri che parzialmente sono ottenuti dalle proteine. Sono le diete iper-proteiche di cui trasuda di informazioni il web che spesso vengono abusate con rischi per la salute.
La presenza di chetoni nel sangue induce inappetenza e anche per questo si dimagrisce e tanto più se la dieta è ipocalorica. In questo caso e in assenza di zuccheri l’organismo è maggiormente orientato all’utilizzo di grassi e prima ancora di proteine (muscolari visto che non ne abbiamo in deposito).
Un contemporaneo regolare esercizio fisico, può contenere la perdità di proteine muscolari.

Sono reali e anche gravi i problemi che si possono avere nel medio-lungo tempo mantenendo comportamenti alimentari chetogenici, infrangendo le regole vitali del nostro equilibrio biologico e mettendo a dura prova la sua capacità di adattamento. Nel caso di diete chetogeniche iper-proteiche mantenute per lungo tempo(molte settimane), un problema potrebbe essere il grande quantitativo di scorie azotate che si producono e che devono essere processate e smaltite sovraffaticando gli organi a questo deputati; questo comportamento alimentare potrebbe indurre gravissime sindromi chetoacidosiche mettendo a rischio anche la vita.
Non credo valga la pena rischiare: per una corretta gestione del bilancio energetico ci servono buone abitudini fatte di alimentazione mediterranea e di esercizio fisico magari all’aria aperta.

Un altro utilizzo terapeutico di dieta chetogenica, che per ora è soprattutto teorico e sperimentale, è nel parkinson e nell’alzheimer dove una moderata chetosi pare possa essere un buon coadiuvante.
Gli effetti del metabolismo dei corpi di chetonici suggeriscono che la chetosi lieve può offrire potenzialità terapeutiche in una varietà di diversi stati comuni e rari di malattie. […] Le grandi categorie di malattie per cui i chetoni possono avere effetti terapeutici sono: (a) malattie di insufficienza del substrato o resistenza all’insulina, (b) malattie derivanti da danni da radicali liberi, (c) malattie derivanti da ipossia.”(3)


(1) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16928661

(2) https://www.redheracles.net/media/upload/research/pdf/229185511390833544.pdf

(3) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/14769489

Approfondimento dieta in epilessia: https://spmsf.unipv.it/attachments/article/135/manuale-famiglia.pdf