Pratica di consapevolezza sugli animali che mangiamo  

  1. Allevare polli, maiali e molti altri animali, per mangiarli non sarebbe necessario
  2.  E’ scientificamente provato che la carne non sia indispensabile per garantire i nutrienti essenziali all’organismo umano
  1.  Abbiamo disponibilità di numerose alternative alla carne anche nutrizionalmente migliori. 

Sono decine di miliardi gli animali uccisi ogni anno nel mondo per diventare cibo.  Produrre proteine in questo modo pare sia insostenibile sia per l’ecosistema sia economicamente; servono enormi risorse in termini di foraggi, cereali, legumi e acqua il cui impiego per ottenere proteine vegetali sarebbe molto più vantaggioso .
Pare sia insostenibile anche per l’inquinamento ambientale che causano gli allevamenti intensivi e che potrebbe essere costosissimo da risanare qualora fosse possibile farlo.

Potremmo cominciare a mangiare carne con meno frequenza guadagnandone in salute come dice la scienza o, come dicono alcuni animalisti moderni di “One Step For Animals” “smetti di mangiare pollo, non importa cosa mangi al suo posto”.

Volendo comprendere gli animalisti.
Molti di noi umani provano grande piacere nel cibarsi di carne. Sappiamo bene come anche il piacere dipenda da abitudini e generalmente provare piacere o avversione per qualcosa dipende solo da un pensiero, da cosa pensiamo di quella cosa.
In presenza di abbondanti alternative alla carne, io credo che coloro che la mangiano spensieratamente rinuncerebbero a farlo se fossero consapevoli che quel piacere dipende dalla sofferenza di esseri viventi dotati di un complesso sistema nervoso, capace di far provare dolore e magari anche altro.

Un libro curioso e interessante
Ho scoperto un libro. “Se niente importa. Perché mangiamo gli animali?” scritto da Safran Foer. Racconta degli allevamenti industriali intensivi e pone temi etici che non possiamo trascurare. Secondo me è scritto bene e nella drammaticità del tema riesce ad avere la giusta misura per non essere pesante. Alcune pagine si possono leggere  qui e di seguito riporto poche righe con titolo apparentemente provocatorio.

“In difesa della cinofagia
Nonostante negli Stati Uniti sia perfettamente legale in quarantaquattro stati su cinquanta, mangiare «il migliore amico dell’uomo» è un tabù come lo è mangiare il proprio migliore amico umano. Neppure il carnivoro più entusiasta mangia i cani. Il cuoco da teleschermo Gordon Ramsay può dare grandi prove di machismo verso gli animali quando pubblicizza qualche prodotto che vuole vendere, ma non vedrete mai un cagnolino fare capolino da una delle sue pentole. E per quanto una volta abbia detto che fulminerebbe i suoi figli se diventassero vegetariani, mi chiedo come reagirebbe se buttassero nell’acqua bollente il bastardino di casa. I cani sono meravigliosi e, per molti versi, unici. Ma sono straordinariamente ordinari nelle loro capacità intellettuali ed esperienziali. I maiali sono altrettanto intelligenti e sensibili in tutto e per tutto, secondo ogni ragionevole definizione dei termini. Non possono saltare nel bagagliaio di una Volvo, ma sono capaci di riportare oggetti, correre e giocare, fare i dispetti e ricambiare affetto. Allora perché non ottengono di accoccolarsi accanto al fuoco? Perché non possono, perlomeno, evitare di essere arrostiti sul fuoco?Il nostro tabù sulla cinofagia dice qualcosa sui cani e molto su di noi.”

 

Il Washington Post

Perché servono carne a una conferenza sul cambiamento climatico?
 15 giugno 2012 
Nel mondo sviluppato, mangiare carne è un segno benessere. È una dieta cui aspirano i paesi in via di sviluppo. Così come aumenta il numero di persone nei paesi come la Cina e l’India, così aumenta la domanda di carne.Per far fronte a tale domanda, la FAO prevede che il numero di animali allevati per la carne ogni anno raddoppierà da 60 miliardi di oggi a 120 miliardi entro il 2050. A parte le implicazioni per il riscaldamento globale, questo aumento porterà maggiore richiesta di cereali per alimentare agli animali. Scholar Vaclav Smil, autore di “Nutrire il Mondo”, ha calcolato che sarà impossibile per tutti gli abitanti del pianeta mangiare come le persone dei paesi ricchi. Ci vorrebbe  il 67 per cento in più di terreni agricoli rispetto a quelli che possiede la Terra.

 


17 ottobre 2016
L’agricoltura ha un grande ruolo da svolgere nella riduzione delle emissioni di gas serra 
<<L’agricoltura nel suo complesso, includendo nel termine la silvicoltura, la pesca e la zootecnia, genera a livello mondiale circa un quinto delle emissioni di gas serra e secondo il rapporto [FAO del 2016 “lo Stato dell’alimentazione e dell’agricoltura “(SOFA 2016) ndr], deve contribuire maggiormente sia a combattere il cambiamento climatico, sia a contrastarne l’impatto.
“Non c’è dubbio sul fatto che il cambiamento climatico influisca sulla sicurezza alimentare”, ha detto il Direttore Generale della FAO José Graziano da Silva, alla presentazione del rapporto. “Il cambiamento climatico ci riporta alle insicurezze di quando eravamo cacciatori e raccoglitori. Non possiamo più essere sicuri di raccogliere quello che abbiamo seminato.”>>