Prevenzione della demenza negli anziani.

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The JAMA Network

Il 18 dicembre 2017 è stato pubblicato sul sito della rivista scientifica “Jama” uno articolo dal titolo “Fattori di rischio modificabili e prevenzione della demenza. Quali sono le prove più recenti?

L’autrice Kristine Yaffe fa una sintesi di due lavori autorevoli che hanno tentato di identificare e tracciare le direttrici, uno per prevenzione-rallentamento del declino cognitivo e della demenza, l’altro per la prevenzione e la cura della demenza.
Sono emersi elementi forti per raccomandare in particolare l’allenamento cognitivo, l’aumento dell’attività fisica e la riduzione dell’ipertensione.
Sono stati identificati i fattori che, se evitati, potrebbero ridurre il rischio di demenza del 35%: bassa istruzione, riduzione dell’udito dalla mezza età, obesità e ipertensione, depressione in età avanzata, fumo, inattività fisica, diabete e isolamento sociale.

 

Progetto europeo LipiDiDiet

Riporto anche quanto pubblicato da un progetto europeo “LipiDiDiet” che affronta «l’ impatto dei lipidi nutrizionali sulle prestazioni neuronali e cognitive nell’invecchiamento , nella malattia di Alzheimer e nella demenza vascolare.»

Il 30 ottobre 2017  sono stati pubblicati online su The Lancet Neurology , i risultati completi dello studio clinico europeo LipiDiDiet . «Lo studio ha dimostrato che nelle persone con Alzheimer prodromico (stadio pre-demenza di questa malattia), il consumo giornaliero di una bevanda destinata a fini medici speciali, pur non migliorando una specifica batteria di test neuropsicologici (NTB) , ha comportato una significativa stabilizzazione di le prestazioni cognitive e funzionali di tutti i giorni, nonché una riduzione della contrazione del cervello.»
Questi dati richiedono ulteriori studi che li rinforzino.
La bevanda è commercializzata da Nutricia col nome di  Souvenaid e contiene Fortasyn ConnectTM, una combinazione brevettata di nutrienti tra i quali acidi grassi essenziali e vitamine.


Fonti: JAMA Intern Med. Published online December 18, 2017. doi:10.1001/jamainternmed.2017.7299