Vacanza attiva: cibo, sport, piacere e salute

Testo in sintesi della conferenza “Vacanza attiva: cibo, sport, piacere e salute” che ho tenuto presso la Provincia di Treviso il 19 novembre 2010.


Lo stato nutrizionale è un parametro di valutazione predittivo delle condizioni di salute delle persone. Più il peso si allontana dall’intervallo di normalità, maggiore sarà il rischio di esordio di nuove forme morbose o di  aggravamento di patologie esistenti; questa condizione riduce l’aspettativa di vita e ne compromette la qualità.

Il sovrappeso e l’obesità sono diventate emergenze sanitarie in molte parti del mondo e i numerosissimi studi condotti dalle diverse società scientifiche per cercare il modo di arginare i gravi problemi conseguenti gli eccessi alimentari, dicono sostanzialmente di stimolare la pratica dello sport e la sana alimentazione come  fattori determinanti  per la salute e per la qualità della vita.

Adottare dunque uno stile di vita che preveda una alimentazione sana ed equilibrata, magari secondo i principi aggiornati del “modello mediterraneo” e  che, contemporaneamente, renda abituale l’esercizio fisico quotidiano, risulterebbe essere la più efficace ed economica strategia di prevenzione sanitaria e una potente fonte di benessere.

Oggi nel Veneto gli adulti con eccesso di peso sono il 40% della popolazione, la media nazionale è il 42%; dati riferiti dal Pool di Asl che partecipano al progetto “PASSI”(Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia).

Recenti dati dell’OMS sottolineano che in Europa e in Italia, l’86% dei decessi, il 77% della perdita di anni di vita in buona salute e il 75% delle spese sanitarie, , sono causati da patologie cronico-degenerative che hanno in comune fattori di rischio modificabili come l’eccesso ponderale, lo scarso consumo di frutta e verdura e la sedentarietà, oltre al fumo e all’alcol. [1]

E’ allarmante che queste cattive abitudini comincino già dall’infanzia naturalmente favorite dalle consuetudini famigliari.

Nei bambini italiani di 8-9 anni, il 23% è in sovrappeso e l’ 11%  è obeso[2]
Nei ragazzi da 11 a 15 anni emerge “una diminuzione dell’eccesso ponderale al crescere dell’età: dal 29,3% nei maschi e dal 19,5% nelle femmine undicenni, si passa al 25,6% nei maschi e al 12,3% nelle femmine di 15 anni”.[3]

Visti anche gli elevati costi sociali causati dalle conseguenze sanitarie della cattiva nutrizione e dalla sedentarietà, da diversi anni vengono attivate dal Ministero della Salute campagne d’informazione e di educazio

ne in collaborazione con Organizzazioni Sportive, Società medico-specialistiche, Istituti Scolastici e con le stesse industrie alimentari e i mezzi d’informazione.

Dopo tanto insistere, qualche piccolo risultato si comincia a vedere se non altro perché se ne parla diffusamente favorendo maggiore consapevolezza nei Cittadini. Ciò nonostante restano ancora molto allarmanti le previsioni per il futuro perché la tendenza al sovrappeso non accenna a rallentare significativamente.

Basandosi sulle evidenze scientifiche disponibili, l’OMS ritiene che in  tutto il mondo il 31% delle coronaropatie e circa l’11% degli ictus cerebrali sarebbero evitabili se venissero assunte adeguate quantità di ortaggi e frutta.  Per quanto riguarda l’Europa  se vi fosse la buona abitudine in ogni cittadino di  mangiare ogni giorno frutta e verdura per un totale di  600g  (2 mele + 2 porzioni di ortaggi) avremmo 135 mila morti all’anno in meno per malattie cardiovascolari.”[4]

Quale altro modello alimentare se non quello mediterraneo potrebbe essere il più idoneo al mantenimento di un buono stato di salute? Lo dicono i risultati di una metanalisi del 2008 in cui viene evidenziato che “le raccomandazioni delle correnti linee guida delle più importanti società scientifiche incoraggiano  il profilo dietetico di tipo Mediterraneo per la prevenzione delle principali  malattie cronico-degenerative.”[5]

E poi, i costituenti di base della “dieta” mediterranea sono la materia prima ideale per conferire anche piacere oltre che salute: pane, pasta, frutta, verdura, legumi, pesce, olio di oliva, vino rosso. Il Veneto, propone già per tradizione la polenta, il riso, i fagioli e il baccalà.

Impostare dunque un menu quotidiano in cui siano presenti questi ingredienti non può essere tanto difficile e se dal fruttivendolo c’è imbarazzo nella scelta viene in soccorso il buon senso richiamato anche da recenti inviti istituzionali a consumare cibi locali e stagionali: “alimenti a chilometri zero”.

Sembrerebbe che in questo modo, oltre a favorire la propria salute, si ridurrebbero i gas serra: -“Un solo chilo di ciliegie provenienti dall’Argentina in realtà ‘pesa’ 16,2Kg  di CO2: cioè la quantità di CO2 emessa per trasportarle in aereo fino in Italia. […] se una famiglia scegliesse solo prodotti locali e di stagione, facendo attenzione agli imballaggi, potrebbe evitare di emettere fino a 1000 chili di CO2 in un anno.[6]

Una sana e protettiva alimentazione può risultare difficile quando gli alimenti risultino impoveriti di nutrienti essenziali o  quando sia  eccessiva  la presenza di sostanze estranee alla loro naturale composizione come residui tecnologici o additivi chimici non innocui. Inoltre è noto che le produzioni intensive non favoriscono la tipicità, la qualità tradizionale artigianale e la conservazione di sapori e profumi caratteristici di un luogo e di una cultura.

Per contribuire ad attenuare questi problemi ci sarebbero le produzioni biologiche che rispettano il Regolamento (Ce) N. 834/2007  i cui obbiettivi generali sono:

  1. a) stabilire un sistema di gestione sostenibile per l’agricoltura […]
  2. b) mirare a ottenere prodotti di alta qualità;
  3. c) mirare a produrre un’ampia varietà di alimenti e altri prodotti agricoli che rispondano alla domanda dei consumatori di prodotti ottenuti con procedimenti che non danneggino l’ambiente, la salute umana, la salute dei vegetali o la salute e il benessere degli animali.[7]

Sono grandi impegni, una grande sfida forse necessaria per il benessere di tutti e che numerose aziende di vari settori  della produzione di alimenti hanno già intrapreso con successo. Ad esempio la ristorazione agrituristica offre  alcuni casi  interessanti nel Veneto,  un valore aggiunto per l’economica del turismo locale. Un caso: un’Azienda  agrituristica della Marca, posta sulla sommità di una collina, premia con uno sconto sul costo del pranzo le persone che la raggiungano senza l’auto …  sarà solo marketing? Con questa proposta si promuove la salute quindi un risparmio economico-sociale e si protegge e valorizza l’ambiente.

Alla pressante richiesta di salute e di benessere psico-fisico  si  potrebbe rispondere proponendo uno stile di vita basato su 3 regole relativamente semplici:

  1. assumere ogni giorno ortaggi, cereali integrali, frutta secca(noci, mandorle…) e semi(zucca, girasole, lino…), legumi e le altre proteine di origine animale  come le uova e i derivati del latte, ricordando che il pesce e la carne per quanto nutrizionalmente interessanti, non sono indispensabili; variare il più possibile e rispondere adeguatamente ai segnali di appetito e sazietà;
  2. attivarsi con regolarità in una camminata tonica giornaliera che faccia accelerare adeguatamente il cuore e la respirazione. Calibrare lo sforzo nel rispetto delle sensazioni. Il tempo impiegato per questa indispensabile attività giornaliera dovrebbe essere intorno ai 40-60 minuti . La frequenza giornaliera sarebbe ideale e il minimo accettabile potrebbe essere a giorni alterni;
  3. allenare la pazienza e la concentrazione per non eccedere sull’onda entusiastica dei primi successi e per resistere alla noia dei momenti in cui l’attività fisica diventa solo un dovere. Ogni cambiamento è faticoso. Migliorare le nostre prestazioni significa cambiare qualcosa nel corpo e nella mente.

Inoltre:

  • può aiutare definire obbiettivi minimi;
  • aiuta moltissimo l’attività fisica all’aperto;
  • la ripetizione è decisiva per creare l’abitudine buona al pari di quella cattiva.

 


[1] Redazione salute.gov.it – 12 ottobre 2010

[2] fonte: epicentro.iss.it/focus/guadagnare_salute/pdf/okkio12 ott 2010

[3] fonte: Redazione salute.gov.it – 12 ottobre 2010

[4] fonte: epicentro.iss.it/passi/situazionenutrizionale09.asp

[5] Sofi F, Cesari F, Abbate R, Gensini GF, Casini A. Mediterranean diet and health status: a meta-analysis. BMJ 2008; 337: 673-675

[6] fonte: arpa.fvg.it

[7] (dal testo del Regolamento (Ce) N. 834/2007)